#pppcasarsa e Pasolini: raccontare un territorio attraverso le storie e un hashtag
Cosa lega un territorio al resto del mondo? Le storie.
Quelle che racconta di sé e che hanno come protagoniste le persone che lo abitano o che vi hanno vissuto in altri momenti della sua storia (quella con la S maiuscola), ma anche le storie che su quel territorio qualcuno ha raccontato, in un romanzo, un film, una canzone, un’opera d’arte…
Nella provincia di Pordenone, in quel remoto angolo d’Italia che di solito si affaccia alle cronache giornalistiche solo per i suoi risultati economici, in quanto inserito nel famigerato e “ricco Nord-est”, c’è un paese di 9000 anime scarse che si chiama Casarsa della Delizia. Casarsa è famosa per il suo vino e per le caserme (essendo stata per anni un centro nevralgico militare), ma quanti sanno che questo piccolo centro friulano è intrecciato a doppio filo alla vita e alle opere di Pier Paolo Pasolini, che qui vi trascorse anni fondamentali per la sua formazione umana ed estetica?
Pasolini a Casarsa
Com’è noto, Pasolini era nato a Bologna, ma originaria di Casarsa era la sua mamma, Susanna Colussi. I Colussi erano una delle famiglie contadine più antiche della zona e Pier Paolo era cresciuto sentendole raccontare del Friuli e di come i suoi avi avessero preso parte alle guerre naopeloniche. Un epos famigliare su scala ridotta che, forse, rischiarava con la sua piccola luce tutto un territorio, ammantandolo di fascino e riempiendolo già di storie. Storie che prendono corpo d’estate, quando il paesino friulano è ciò che tutti gli anni aspetta la famiglia Pasolini dopo un breve soggiorno a Riccione. Finita la bella stagione, a ridosso della vendemmia, si torna a casa (che è spesso diversa, perché la famiglia segue il padre di Pier Paolo, militare, nei suoi trasferimenti).
È durante queste estati che Pier Paolo stringe amicizie che dureranno per tutta la sua vita, scopre la bellezza del paesaggio e della civiltà contadina e, crescendo, si chiede se diventerà un pittore o un poeta. (La sua prima raccolta poetica viene pubblicata nel ’42 e si intitola, non a caso, Poesie a Casarsa).
Poi, arriva la guerra e Bologna (dove la famiglia si era stabilita in via definitiva nel ’37), non è più sicura. Questa volta, a Casarsa non ci si va in vacanza, ma per sfuggire alle bombe, secondo l’assunto che la campagna sia più sicura. In realtà, Casarsa, posta su una direttrice ferroviaria nevralgica e sede di caserme, è altrettanto pericolosa e i Pasolini la lasceranno presto alla volta della campagna circostante. Guerra a parte, Pier Paolo si sente a casa: «È un nuovo incanto, un nuovo sogno, e un nuovo mistero. Sono entrato in una adulta fanciullezza», scrive. Ci saranno molte cose, in questo periodo casarsese “adulto” che dura solo otto anni, ma che lo segnerà per sempre: la scuola che Pier Paolo apre per dar modo ai bambini della zona di non interrompere gli studi a causa del conflitto, lo studio per la tesi (prima sulla pittura e poi sulla poesia), il dolore per la morte del fratello Guido, partigiano nella Brigata Osoppo, l’impegno politico nel PCI, i primi veri rapporti sessuali e il conflitto interiore lacerante sulla propria omosessualità, l’impegno nel dare al friulano la statura di lingua letteraria, la stesura dell’atto unico di I Turcs tal Friul, i bagni nel Tagliamento, le partite di calcio e le lunghe esplorazioni in bicicletta della campagna, alla ricerca di una sagra e forse di un amore…
E proprio a una sagra è legata la partenza definitiva di Pasolini da Casarsa, avvenuta nel 1950 insieme all’adorata madre. A costringerli a partire, lo scandalo provocato proprio da uno di quegli incontri sessuali furtivi che avevano luogo di notte, fra fossi e filari e spesso a margine di una sagra, da ragazzi poco discreti, un passante scandalizzato e perbenista che sente raccontare di giochi erotici che subito si affretta a denunciare alle autorità. Il Pasolini scomodo, comunista, omosessuale se ne va per sempre. Tornerà a Casarsa solo nel 1975, dentro una bara.
Qualche tempo fa, i bravissimi amici di @twLetteratura hanno riscritto su Twitter, grazie alla partecipazione entusista di una community molto attiva e presente, gli Scritti Corsari di Pasolini usando l’hashtag #Corsari, ma il rapporto fra Pasolini, il Friuli e, più nello specifico, Casarsa della Delizia, non è stato ancora raccontato sui social. Perché quindi non provare a farlo, approfittando delle giornate primaverili del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano?
L’esperimento, promosso e sostenuto dai settori Cultura e Politiche giovanili insieme al Progetto giovani di Casarsa, nasce da una proposta di Sara Rocutto e Sara Sacilotto, che hanno chiamati a raccolta chiunque volesse impegnarsi non solo per le giornate del FAI, ma anche per un mini-percorso di approfondimento sul rapporto fra territorio, storytelling e social media. Una bella occasione per conoscersi prima dell’evento, scambiare impressioni ed esperienze e – perché no? – anche passare dei bei momenti insieme 😉 E siccome ci ho preso gusto (a Trieste, abbiamo lanciato da poco un’esperienza simile legata allo storytelling cittadino), eccomi nel “social media team diffuso” di #pppcasarsa. [A proposito, c’è già la tagboard che raccoglie quanto prodotto]
Un paese di temporali e di primule: le giornate FAI a Casarsa
Come ogni anno, il FAI organizza due giornate durante le quali è possibile visitare luoghi del patrimonio altrimenti inaccessibili (perché chiusi al pubblico, difficilmente raggiungibili o altro). La sezione del Friuli Venezia Giulia, molto attiva, ha deciso di aprire, a Casarsa e dintorni, quattro luoghi molto significativi nel percorso pasoliniano e di riunirli sotto il titolo di “Percorso pasoliniano: un paese di temporali e di primule” (Un paese di temporali e di primule è anche un volume edito da Guanda nel 1993 e curato da Nico Naldini. Una vera e propria di informazioni sul rapporto fra Pasolini e il Friuli). Eccoli:
CASA COLUSSI “CENTRO STUDI PASOLINIANI” Via G. Pasolini, 4, 33072, Casarsa della Delizia, PN La casa di famiglia dove PPP trascorse le estati casarsesi dell’infanzia e dove la famiglia si trasferì durante la guerra, ritenendolo (erroneamente) un luogo sicuro. Qui nasce la sua prima raccolta poetica: Poesie a Casarsa, appunto. Nel 1945 Pasolini e gli amici vi fondano la “Academiuta di Lenga Friulana”, ritrovo letterario con cui intendono dare legittimità letteraria alla lingua friulana (per un certo periodo, Pasolini fu anche sostenitore convinto del movimento di autonomia regionale). Nel 1993, la casa è stata acquistata dalla Provincia di Pordenone, che l’ha ampliata, facendola diventare il Centro Studi Pier Paolo Pasolini.
CHIESA DI SANT’ANTONIO o della Versuta
a pochi chilometri da Casarsa.
La chiesa risale alla metà del XIV secolo, ma sorge su un basamento più antico. L’interno presenta una serie molto interessante di affreschi di buona fattura e attribuibili a maestranze di scuole varie. Un unicum le decorazioni tardo-gotiche. Nel borgo vicino alla chiesetta, si rifugia la famiglia Pasolini per sfuggire ai bombardamenti sul centro di Casarsa. (qui a fianco, in una foto postata su Instagram da @bobstateofmind)
SANTA CROCE
Via XI Febbraio, Casarsa della Delizia
La vecchia chiesa parrocchiale del paese, purtroppo rovinata dai bombardamenti del 1945, ma che ancora conserva le pareti affrescate nel ‘500 dall’Amalteo. Sempre all’interno, sulla parete di destra, è murata una lapide che ricorda l’invasione dei Turchi nel basso Friuli che risparmiò Casarsa, quale voto della comunità per lo scampato pericolo. Qui si svolsero i fumerali di Pasolini (la cui tomba si trova nel cimitero di paese).
DUOMO DI SAN GIOVANNI DI CASARSA
Piazza della Vittoria, San Giovanni di Casarsa
Il Duomo si trova nella vicina frazione di San Giovanni di Casarsa, zona in cui si conservano ancora tracce del tessuto urbano-abitativo di un tempo. È un grande edificio neo-gotico, edificato a cavallo fra XIX e XX secolo. L’interno è monumentale ma armonioso e presenta una nutrita serie di opere del primo Novecento. Vi si conservano anche opere della precedente costruzione fra cui una bella pala di Pomponio Amalteo del 1577.
È proprio da qui che domenica, alle 14.30, noi del social media team #pppcasarsa partiremo per la nostra escursione di gruppo. Chi si vuole unire è, ovviamente, il benvenuto
Tutti i luoghi sono visitabili nei seguenti orari: Sabato: ore 10.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30 Domenica: ore 10.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30
(Altre) due cose belle
Tutti i luoghi sono visitabili da persone con disabilità fisica e per tutti ci sono le visite guidate, a cura degli Apprendisti Ciceroni® del Liceo Classico “Leopardi-Majorana” di Pordenone, del Liceo Scientifico “Le Filandiere” di San Vito al Tagliamento, della Scuola Media statale Istituto Comprensivo di Casarsa.
Last, but not least: il contest su Instagram!
Ovvio che, in un’iniziativa tanto bella, non poteva mancare la community degli amici Instagramers FVG 😉 Ecco cosa si sono inventati questa volta: un contest che si svolge da oggi fino alle ore 12.00 del 6 aprile (ore 12.00). Basterà condividere uno o più scatti ispirati ai luoghi e alle opere pasoliniane (magari accompagnati da una descrizione o sua citazione) utilizzando l’hashtag #Pasolini2014 per rischiare di vedere la propria foto inserita nella mostra che verrà allestita nel Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa in occasione della Sagra del Vino di Casarsa (che si svolgerà 23 aprile al 5 maggio e vedrà il gemellaggio di Casarsa con Santo Stefano Belbo, città natale di Cesare Pavese).
I primi tre classificati inoltre riceveranno una delle pubblicazioni messe a disposizione dal Centro Studi Pasolini. Le foto verranno scelte ad insindacabile giudizio della giuria composta da: @sararocutto @ilparadisoallimprovviso @eltubaro @giariv @hypoison @stailuan @angycat.
Gli hashtag consigliati, oltre ovviamente a #Pasolini2014, sono: #igersfvg #igersitalia #instafriuli #golivefvg #PPPCasarsa #GiornateFAIfvg La locandina con cui IgersFVG ha lanciato sui propri canali social l’iniziativa è una rielaborazione dell’opera di @StefanoMomente dedicata a Pier Paolo Pasolini.